Banco di Prova. Al via la ripresa delle attività scolastiche, la sfida del Governo

La pianificazione dell’anno scolastico 20/21, il primo post emergenza Covid, ha rappresentato uno dei temi più dibattuti del periodo estivo. Il Governo ha sudato e sta sudando non poco per garantire una ripresa efficiente. Le incognite tuttavia sono tante, il quadro territoriale – con riaperture che variano tra nord e sud dal 7 al 24 settembre – è del resto variegato e suscettibile di rinvii. Sul tema scuola, giornalmente trattato dai rotocalchi – sia nelle pagine di cronaca che di politica, il Governo si gioca una ampia fetta della sua reputazione.

Se prima della pausa estiva, il dibattitto si era concentrato sul chiedere a gran voce una data che sancisse la ripresa delle lezioni, i mesi seguenti sono stati oggetto di dibattito – e polemiche – su come la scuola dovesse riprendere: procedure, personale, indicazioni e protocolli.

Da tema di attualità a tema di scontro politico

Durante il periodo estivo la riapertura delle scuole ha totalizzato sul web 400.800 menzioni generando un engagement pari a 8.5 milioni di interazioni. Rispetto ai mesi precedenti il dibattito online ha assunto tinte spiccatamente politiche, riflettendo l’impatto di una costellazione di provvedimenti e pareri tecnici contraddittori e poco chiari, susseguitisi con cadenza quasi quotidiana a partire dalla seconda metà di agosto, nonché i limiti di una comunicazione tardiva da parte del Governo.

Il passaggio da un dibattito imperniato sul se e quando riavviare l’anno scolastico ad uno attorno alle modalità con cui consentire la ripresa delle lezioni, ha consentito – specie per i partiti di opposizione – di attaccare politicamente le forze di “maggioranza”, addossando sull’attuale Governo la responsabilità dei limiti e delle manchevolezze del piano di riapertura varato. Uno scontro che non è passato inosservato dalle parti del Quirinale, che ha seguito molto da vicino il tema scuola seppur nel rispetto dei ruoli.

I picchi del dibattito web corrispondono esattamente alle reazioni di preoccupazione e dissenso, generate dalle dichiarazioni del CTS e di altre figure pubbliche in merito alle modalità e tempistiche del ritorno sui banchi, puntualmente riprese dalle principali testate giornalistiche: Locatelli (Cts): «Riaprire la scuola a tutti i costi». I contagi? «Il 25-40% tornati da viaggi, 3-5% dai migranti» (Corriere, 91.600 condivisioni), Cts: a scuola dai sei anni tutti con la mascherina. Si toglie solo per l’interrogazione (Corriere, 60.700 condivisioni), Rischio apertura scuola per aumento contagi: Governo chiude le discoteche (Orizzontescuola, 74.200 condivisioni).

Il tema delle procedure in caso di sospetto contagio ha suscitato uno dei fenomeni più particolari sul web. Complici anche i tentennamenti del MIUR nel processo di elaborazione e pubblicazione delle linee guida per il rientro in classe, si è diffusa infatti, fino a diventare virale, una “catena” di protesta

condivisa sui profili social e gruppi di WhatsApp da parte di moltissimi genitori italiani: ”Il 14 settembre io non autorizzo nessun personale della scuola ad isolare mio figlio se dovesse presentare improvvisamente qualche linea di febbre… Nessun personale sanitario può prelevare mio figlio da scuola in mia assenza traumatizzandolo! Non firmerò nessun foglio di autorizzazione che prevede questo tipo di trattamento… Fino alla maggiore età io genitore sono unico tutore di mio figlio!”.

La notizia sulla diffusione di questa “catena”, condivisa da Repubblica, (116.400 condivisioni) è stata l’uscita tematica che ha totalizzato il maggior numero di interazioni nel periodo di riferimento. Dunque, sebbene continuino a crescere le fanbase di community Facebook a favore della ripresa della didattica in presenza – Movimento priorità alla scuola, Movimento Apriti scuola, Diritto alla scuola – Senza scuola non si lavora e Movimento Primo settembre. – , si registra in questo periodo anche una crescente sfiducia da parte dei genitori attivi in rete sulle capacità delle istituzioni di offrire soluzioni certe ed efficaci al problema.

Il capro espiatorio e le contromosse del Governo

Questa tendenza si è quindi tradotta politicamente in una delegittimazione dell’operato della Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, sapientemente cavalcata dai principali rappresentanti dell’opposizione, soprattutto Meloni e Salvini. Il leader della Lega ha promosso una vera e propria campagna personale volta a screditare le azioni della Ministra, condividendo sui propri canali social ben 111 post contenenti la parola “Azzolina”, di cui 46 contenenti una foto della Ministra dell’Istruzione (qui un esempio da 59.950 interazioni), da cui la Ministra si è a sua volta difesa mediante una campagna di debunking delle principali fake news che la riguardano (come in questo post, dove nega di voler pagare 300 euro i banchi singoli, 22.500 interazioni).

Più equa nell’attribuire le responsabilità politiche della vicenda Giorgia Meloni, che in un post ha posto in relazione la vicenda alla prossima tornata elettorale: “La scuola è nel caos e a pochi giorni dalla riapertura si naviga a vista. Il ministro Azzolina è solo la punta dell’iceberg di questo immane disastro, di cui sono responsabili Conte e l’intero Governo. Tutto l’Esecutivo deve andare a casa: il 20 e il 21 settembre gli italiani potranno esprimere la loro sfiducia al Governo con il voto alle regionali e alle amministrative.” Questo post ha generato ben 33.400 interazioni.

Territorio e Elezioni Regionali

La polemica è stata cavalcata anche a livello locale, specialmente nelle regioni interessate dalla tornata elettorale di settembre. Fra i presidenti regionali, il più critico sui social è sicuramente il Governatore della Liguria Giovanni Toti che, nonostante la decisione di non posticipare la data di apertura, da agosto in avanti ha prodotto ben 79 post tematici sui propri profili, la maggior parte dei quali in aperta polemica con la gestione della questione da parte del governo ( “…se penso al modo in cui il Ministro Azzolina vuole far tornare i ragazzi e i bambini in classe… mi vengono i brividi”, 3891 interazioni).

Il Governo: dibattito istituzionale e dibattito sul web, uno schema a geometrie variabili

Durante il periodo estivo i principali esponenti del Governo, specialmente il premier Conte e il ministro Speranza, hanno evitato accuratamente di intervenire nel dibattito sul web, limitandosi a produrre contenuti social sull’importanza della riapertura delle scuole in sicurezza e rimandando alle sedi preposte al dibattito istituzionale ogni altra considerazione di merito.

Da notare come nel periodo di agosto – mese in cui ricorre anche la pausa estiva dei lavori parlamentari – sono state presentate ben 19 interrogazioni a risposta scritta alla Camera e 7 al Senato, oltre a 4 risoluzioni in Assemblea nel solo Senato; di queste 18 da parte dei partiti dell’opposizione e 13 da quelli di maggioranza.

Le polemiche, cresciute di intensità nel mese di agosto, hanno indotto il Governo ad un cambio di passo comunicativo. Il 9 settembre infatti, a ridosso della data ufficiale di apertura delle scuole, il Premier Conte ha convocato una conferenza stampa tematica su Facebook che è stata seguita da 1.5 milioni di utenti. Il Premier Conte, insieme ai ministri Azzolina, De Micheli e Speranza, hanno fatto il punto sulla riapertura, parlando di una sfida collettiva. L’intervento, che è coinciso con un nuovo picco di interazioni sul web, è stato accolto da una momentanea ripresa – in senso positivo – del sentimento generale sulla tema scuola, forse a conferma dell’esigenza, ormai impellente, di risposte e soluzioni ufficiali da parte del Governo.

Il 14 settembre è suonata la campanella in molte scuole, ma non tutte. La ripresa sarà lunga e le prossime settimane rischiano di essere il momento più complicato per il Governo, su cui pesano anche le elezioni del prossimo 20 e 21 Settembre. Se per Eduardo De Filippo gli esami non finiscono mai, la scuola rischia di essere l’esame decisivo per il futuro del Governo Conte II.