I FATTI POLITICI DEL MESE

Il Pnrr italiano sotto la lente di ingrandimento europea, lo scivolone del Governo sul DEF alla Camera e i sogni infranti del partito unico del Terzo Polo: una panoramica sui principali fatti politici del mese di aprile

Il mese di aprile è stato contrassegnato da un ampio dibattito sul futuro del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano. Il Governo, a tal proposito, ha comunicato la propria strategia: in particolare, creare dei vasi comunicanti tra il Recovery Plan e la programmazione dei Fondi di coesione 2021-2027, al fine di non perdere i finanziamenti per quei progetti del Piano che non potranno essere realizzati entro giugno 2026.

Relazionando alle Camere, Fitto ha tra l’altro evidenziato come tra i 27 obiettivi del PNRR da realizzare entro il 30 giugno 2023 vi siano alcuni obiettivi da rimodulare, con particolare riferimento alla realizzazione degli asili nido (4,6 miliardi), la sperimentazione dell’idrogeno nei mezzi di trasporto pubblici e il progetto di ampliamento di Cinecittà. In tal senso, confermando la continua interlocuzione con la Commissione europea per lo sblocco della terza rata da 19 miliardi, ha ribadito la centralità della “cabina di regia” come luogo di confronto costante, riferendo come sul RePowerEu v’è stato l’incontro anche con gli amministratori delle principali aziende diStato.

A quest’ultimo proposito, aprile è stato un mese chiave anche e soprattutto per le nomine di Stato, vale a dire le designazioni del governo dei vertici delle maggiori aziende pubbliche. In particolare, Claudio Descalzi è stato confermato come a.d. di Eni, mentre alla guida di Enel va Flavio Cattaneo, già in Terna tra il 2005 e il 2014. Proprio in Terna, infine, fa il suo debutto Giuseppina Di Foggia (ex Nokia Italia), prima a.d. donna di una partecipata pubblica italiana, mentre Roberto Cingolani – consigliere della premier Meloni per l’energia – è stato nominato a.d. di Leonardo, azienda attiva nei settori dell’aerospazio e della difesa.

Inoltre, il Consiglio dei ministri – nella riunione dell’11 aprile – ha approvato il Documento di economia e finanza (DEF) 2023, su proposta del Ministro dell’economia Giorgetti. Il documento stima una crescita del Pil per il 2023 dell’1% (+1,5% nel 2024), in aumento rispetto alla precedente previsione della Nadef di novembre 2022. Per l’anno in corso viene inoltre mantenuto l’obiettivo di deficit esistente (4,5%), che – secondo quanto annunciato dal Governo – permetterà di introdurre un taglio del cuneo fiscale in favore dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi.

Approvato dal Senato lo scostamento di bilancio che permetterebbe il finanziamento della misura, giovedì 27 aprile l’autorizzazione, tuttavia, non ha raggiunto l’ok della Camera, a causa delle troppe assenze tra i deputati della maggioranza. Convocato un Consiglio dei ministri “lampo” giovedì sera stesso, ricomincerà ora l’iter di approvazione del DEF, che dovrebbe comunque consentire l’approvazione del taglio del cuneo all’esito di un prossimo Consiglio dei ministri in programma per il 1° maggio.

Dal punto di vista strettamente politico, aprile ha visto anche il naufragio definitivo del progetto centrista del “Terzo Polo”, che prevedeva la fusione in un unico partito tra Azione – capeggiato dall’ex ministro Carlo Calenda – e Italia Viva di Matteo Renzi, con l’obiettivo di creare una forza liberaldemocratica ispirata al movimento di EmmanuelMacron. Dopo l’intensificarsi di alcune polemiche tra i due leader, degenerate in più di una diatriba su social e quotidiani, il leader di Azione ha comunicato la volontà di porre fine al progetto unitario, nonostante qualche timido tentativo di pacificazione da parte di Italia Viva.