L’analisi di FBLab, il Centro studi specializzato in analisi del contesto politico-istituzionale di FB&Associati.
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L’imperativo di fase italiano, al pari degli altri paesi occidentali, è allineare gli interessi economici a quelli di sicurezza. Con la guerra in Ucraina la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, come già indicato dal Governo Draghi, passa dal ripristino di una proiezione autonoma del Paese in Africa e Medio-Oriente. In questo modo il Governo Meloni vorrebbe contribuire alla stabilizzazione dell’area del Mediterraneo e, ritagliandosi un ruolo di mediazione, acquisire una leva negoziale, a livello comunitario, su un dossier molto remunerativo in termini di consenso: quello migratorio.
Se nel breve periodo la sicurezza energetica è equivalsa alla diversificazione dei paesi fornitori, nel medio-lungo il piano governativo prevede che l’Italia diventi un hub di generazione e transito di energia, con un rilevante investimento in nuove infrastrutture per l’approvvigionamento e la trasformazione del GNL e un crescente apporto di energie rinnovabili. In questa prospettiva può leggersi il Piano Mattei, realizzato dal Governo con il sostegno di Eni, che ha l’obiettivo di ricostruire una rete relazionale in Africa e Medio-Oriente, promuovendo iniziative politiche, diplomatiche e imprenditoriali. Un “modello di cooperazione non predatorio, in cui entrambi i partner devono poter crescere e migliorare”, per Melon.
L’iniziativa governativa si scontra al momento con: il disallineamento politico tra l’Italia e gli interlocutori d’area sulla crisi in medio-Oriente; le tensioni politiche con la Francia; l’aggressione azera nel Nagorno Karabakh; il provvisorio fallimento del piano di sostegno alla Tunisia.
Sono stati quindi annullati e calendarizzati nel 2024 gli appuntamenti previsti nello scorso novembre: il vertice Italia – Africa e il Forum MED – Rome Mediterranean Dialogues. La gestione e riduzione dei flussi di migranti in ingresso, battaglia politica su cui Fratelli d’Italia e Lega hanno costruito le loro fortune politiche, rappresentano non a caso un chiaro insuccesso per il Governo. La stessa ratifica dell’accordo Italia-Albania sui migranti, coup de théâtre di Meloni all’insaputa dei ministeri dell’Interno e degli Esteri, risulta al momento in attesa di un veloce passaggio parlamentare per approvare l’accordo dopo il parere favorevole della Corte costituzionale albanese. In termini diplomatici alcune concessioni sono state ottenute dal Governo Meloni nell’ambito del Patto per le migrazioni e l’asilo, che va a sostituire il regolamento di Dublino e su cui Consiglio, Commissione e Parlamento hanno trovato l’intesa nelle ultime settimane.
di Fulvio Lorefice