La digitalizzazione della PA secondo Stefano Quintarelli

L’emergenza Covid-19 ha imposto una riflessione sulle capacità della Pubblica Amministrazione di adempiere nuovi compiti nel prossimo futuro. Dei limiti e delle opportunità, determinati da questo scenario, parla Stefano Quintarelli nell’intervista esclusiva a FB&Associati

Il Presidente del Consiglio Conte ha recentemente proposto di inserire il diritto all’accesso a Internet nella Costituzione. Nella situazione emergenziale, internet ha alleviato le limitazioni alla sfera relazionale delle persone, ma ha anche mostrato le forti diseguaglianze di accesso per fasce anagrafiche e zone geografiche. Quale strategia può essere perseguita per contribuire alla risoluzione del problema?

L’inserimento di internet in Costituzione era già stato proposto, sull’onda di un certo consenso, nel 2010.[1] Oggi si legifera su internet solo relativamente a diverse forme di emergenza: il terrorismo, il copyright, le fake news… ciò non può che generare tensioni tra le preferenze dell’individuo e la società. Seppure ciò sia un fatto comprensibile, non è bene legiferare sulla base di emergenze reali o percepite, per questo si sente la necessità di tornare al testo costituzionale, che nella sua prima parte disciplina proprio queste tensioni. Servirebbe rileggere quella parte pensando, prima di tutto, all’idea di persona espressa dalla Costituzione, ai suoi diritti e doveri. A partire da questa idea, bisognerebbe declinare gli adeguamenti legislativi che riguardano internet. Rileggendo la Costituzione in quest’ottica, forse non sarebbe necessario introdurre il diritto di accesso in Costituzione, che potrebbe invece semplicemente essere ricompreso nella disciplina del servizio universale.

L’emergenza sanitaria apre una “finestra di opportunità” per accelerare la trasformazione dell’Amministrazione Pubblica, già in atto da alcuni anni. Il tema della digitalizzazione della PA, attorno al quale sembra esserci un vasto consenso, può essere affrontato prescindendo dalla definizione della mission? Quanto conterà l’esempio di altri paesi?

L’esempio degli altri paesi non avrà molta influenza. Al momento possediamo uno dei migliori impianti regolamentari, tra codice dell’amministrazione digitale, modello strategico di evoluzione del sistema informativo della PA e piano triennale per l’informatica nella PA. Il problema è che molte parti sono inattuate, perché solo le amministrazioni che sono interessate a partecipare coralmente lo fanno, le altre no. La ragione è anche che molte amministrazioni non ne capiscono l’importanza. Bisognerebbe intervenire attraverso meccanismi di stimolo, incentivazione e cogenza, affinché queste norme non restino sulla carta e le amministrazioni osservino la legge nella loro pratica quotidiana. Servirebbero incentivi, sanzioni, designazioni di responsabilità e modifiche nella destinazione della spesa. Una possibilità è quella di partire dal piano delle performance, usandolo come strumento per rendere effettiva l’applicazione della legge da parte delle amministrazioni.

In numerosi enti locali in giro per l’Italia, le riunioni si svolgono ormai quotidianamente in forma telematica. Questo cambiamento “di forma” recherà anche un cambiamento di sostanza? Quanto perdureranno questi effetti nel medio e nel lungo termine?

La differenza sostanziale è che la prossimità fisica tra i decisori politici, il semplice sguardo, aiuta spesso la conciliazione degli interessi. Gli effetti di questo cambiamento non dureranno molto, dal momento che probabilmente si tornerà alle riunioni fisiche. Il rischio che vengano sollevati contenziosi su queste modalità, tra l’altro, non è banale.

I sistemi economici di tutto il mondo sono messi a dura prova da una nuova recessione, che in questo caso coinvolge fin dall’inizio l’economia reale. Come potrebbe reagire il tessuto produttivo italiano, spesso in affanno nell’innovare i propri processi? Come incide la prospettiva di una rinnovata cogestione tra pubblico e privato, dati alcuni esempi storici non proprio incoraggianti?

Le aziende che avrebbero potuto digitalizzarsi e non l’hanno mai fatto, a causa del Covid-19 hanno fatto una specie di corso di istruzione accelerato. Le imprese hanno acquisito delle competenze, e la stragrande maggioranza inizierà un processo di digitalizzazione. La Pubblica Amministrazione dovrà adeguarsi, poiché rischia di restare indietro. L’applicazione del modello strategico per l’evoluzione del sistema informativo della Pubblica Amministrazione è essenziale. In questo senso, si è già previsto che – stile PSD2 [Payment Services Directive, direttiva UE sui servizi di pagamento, ndr] – i privati possano interfacciarsi applicativamente con i server della PA per fruire ed erogare servizi. Questa evoluzione apre una nuova dimensione di sinergia, che per ora, tuttavia, è quasi esclusivamente sulla carta. Anche qui, ciò che serve è qualche meccanismo di cogenza nell’applicazione della legge.

Stefano Quintarelli. Imprenditore seriale e gi‡ professore di sistemi informativi, servizi di rete e sicurezza. Fondatore di I.NET, il primo Internet Provider italiano, ha avuto un ruolo primario nella creazione e nello sviluppo dell’ecosistema Internet italiano. È stato membro del Parlamento italiano nella XVII legislatura, membro della Commissione per i diritti ed i doveri in Internet della Camera dei Deputati, leader dell’Intergruppo parlamentare per l’innovazione tecnologica. È membro del comitato scientifico di Bollati e Boringhieri e della Fondazione Leonardo, contributore ricorrente alla Pontificia Accademia delle Scienze, presidente del Comitato di indirizzo dell’Agenzia digitale italiana, membro del Gruppo di esperti di alto livello sull’intelligenza artificiale della Commissione europea, membro del Comitato guida del UN-Sustainable Development Solutions Network, Presidente dell’ Advisory Group on Advanced Technologies for Trade and Transport per le Nazioni Unite (CEFACT). Autore di vari libri e numerosi articoli e contributi; relatore in diverse conferenze su tecnologia digitale, regolamentazione e concorrenza; il suo interesse è l’intersezione tra tecnologia, regolamentazione e mercati.


[1] https://blog.quintarelli.it/2010/11/internet-in-costitituzione-sono-daccordo-quasi-tutti-wiredit.html