La Fondazione 3M, lo scorso 20 ottobre, ha inaugurato presso la Casa del Cinema di Villa Borghese a Roma la mostra “L’Umanità Fragile”, dedicata ad Alberto Sordi, nel centenario della sua nascita: una raccolta di foto di scena scattate sui principali set cinematografici con il grande attore romano.
L’evento di apertura della mostra, viste le limitazioni poste dall’emergenza sanitaria, si è svolto in diretta streaming sul sito della Fondazione 3M e sui canali social , dove è possibile apprezzare la versione virtuale dell’esposizione e navigare all’interno dello straordinario patrimonio della Fondazione, che conta oltre 107.000 fotografie.
L’evento della Fondazione 3M ha avuto il merito di accendere le luci sul patrimonio cinematografico italiano quale motore economico e culturale del nostro Paese, in un momento storico estremamente delicato per la cultura in Italia.
L’emergenza COVID-19 ha infatti messo a dura prova l’industria culturale: cinema, musica, teatri, comparto lirico e musei sono stati ampiamente interessati dalle misure di limitazione dell’epidemia, con ricadute economiche importanti. Raggiungere un punto di equilibrio tra l’esigenza di tutelare il settore culturale e al contempo la salute collettiva è una sfida estremamente complessa, che ha visto anche FB&Associati impegnata nei numerosi tavoli istituzionali.
Il tema economico, insieme con la sopravvivenza del settore culturale e la tutela della salute collettiva, è stato tra le tematiche più importanti ed è innegabile che il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e Turismo, Dario Franceschini, ha dimostrato in tutte le fasi della pandemia una forte attenzione a tutte le anime che afferiscono al suo Dicastero.
Il Ministro è stato capace di ascoltare le istanze che provenivano da molte categorie e dare risposte immediate fin dal “Decreto Cura Italia”. D’altro canto, la critica che più spesso è stata mossa al Ministero è la scarsa volontà di creare tavoli permanenti con le categorie, le quali hanno a più riprese chiesto un forum per capire come coniugare spettacoli/socialità e salute, gettando così le basi per la ripartenza di importanti settori come il live, i teatri e la musica classica.
In questo contesto di incertezza, il rischio maggiore per il comparto culturale è la perdita delle professionalità che vengono invidiate in tutto il mondo: tecnici audio e fonici, maestranze cinematografiche e di ripresa che purtroppo non hanno più uno sbocco lavorativo.
Le industrie culturali italiane rappresentano il 5,4% del PIL italiano: la ripartenza dell’economia nazionale e con essa la capacità di esportare l’immaginario dell’Italian way of life passa in conclusione anche da questo importante settore.