I campi di applicazione dell’intelligenza artificiale (IA) alle attività di public affairs sono molteplici. Con le tecnologie di apprendimento automatico, del resto, è possibile insegnare ai computer ad analizzare e classificare i dati, identificare modelli nascosti e avanzare previsioni. Per l’analisi di dati complessi, anche di grandi dimensioni, risulta particolarmente utile il deep learning. Il natural language processing rimanda invece all’analisi e all’elaborazione del linguaggio mentre la computer vision consente di esaminare gli elementi visivi, siano essi documenti o immagini.
Di quale sia o possa essere l’impatto dell’IA sull’attività di advocacy ne abbiamo già parlato qui, in questa sede si intende quindi tracciare un quadro generale del suo impatto per l’attività di lobbying, andando a presentare alcuni tool che possono essere, e in parte sono, impiegati quotidianamente.
Negli ultimi tempi hanno fatto capolino nel mercato software alcuni strumenti in grado di svolgere il monitoraggio eil drafting legislativo. L’ascolto di audizioni, la redazione di report ed emendamenti sono soltanto alcune delle attività oggi demandabili ad un’applicazione. Altri software, quali ad es. ROSS, riescono a rilevare dati d’interesse attraverso il predetto natural language processing. Di maggiore sofisticazione risulta invece lo strumento ideato negli Stati Uniti dalla Fiscal Note, in grado di vagliare il peso politico di ciascun atto legislativo a seconda del suo presentatore, evidenziando contestualmente il settore nel quale costui risulti più influente.
L’intelligenza artificiale e il machine learning, ha osservato Marr su Forbes, «stanno già trasformando gli studi legali e il settore legale». L’Estonia prevede di utilizzare un programma di intelligenza artificiale per dirimere alcune controversie legali di modesta entità, nel quadro di un più ampio sforzo per rendere migliori i servizi pubblici. Padroneggiare linguaggi matematici, scrivere algoritmi e software sempre più complessi anche per le società di public affairs rappresenta in prospettiva un’importante sfida da cogliere. Da alcuni anni FB&Associati e FBLab si stanno misurando con studi sempre più raffinati e avanzati di social network analysis, attraverso i quali sono state illustrate le dinamiche dei gruppi parlamentari o gli avveniristici scenari derivanti ad esempio da un’elezione per sorteggio dei parlamentari.
Nel lobbying purtuttavia il «fattore umano» conta ancora molto. Al netto quindi dei costi di queste tecnologie, oggi onerosi, molto dipenderà dall’efficacia di questi strumenti. La strada è ancora lunga.