I numeri del nuovo Parlamento. Dalla presenza social degli eletti, a dettagli e caratteristiche delle nuove Camere.

Come è composto il nuovo Parlamento? Quali sono le sue principali caratteristiche? E qual è l’impronta social dei neoeletti? Per rispondere a queste domande FB Bubbles – divisione di FB&Associati specializzata in strategie di advocacy e analisi del dibattito pubblico – ha preso in analisi la presenza degli onorevoli sui social network e le peculiarità della nuova legislatura per scattare una fotografia a tutto tondo del Parlamento appena insediato.

Il 13 ottobre si è insediato il nuovo Parlamento, il primo ad essere interessato dalla legge costituzionale 19 ottobre 2020 (n. 1) sul taglio dei parlamentari. La XIX legislatura, infatti, porta con sé la novità di un ridotto numero di scranni da 945 a 600, di cui 400 a Montecitorio e 200 a Palazzo Madama, oltre ai 6 senatori a vita. A ciò si aggiunge che la tornata elettorale di settembre ha decretato un numero significativo di rieletti, confermando circa il 50% degli uscenti, vedendo quindi l’ingresso nei due rami del Parlamento di circa 300 nuovi onorevoli.

La composizione di genere del nuovo Parlamento

Rispetto alla composizione di genere, i dati delle singole forze politiche non si discostano dal dato totale, che vede le donne rappresentare per un terzo degli eletti complessivi. Il Terzo polo, con il 47% di elette, è il partito con la più ampia componente femminile, seguito dal M5S con il 46%. Numeri più bassi in Forza Italia con il 27%, Fratelli d’Italia, Lega, PD e Verdi con il 31%. Impossibile però soprassedere all’espressione da parte di Fratelli d’Italia dell’unica leader donna, Giorgia Meloni, che ha assunto il ruolo di prima Premier donna della storia repubblica.

Dall’analisi che considera il genere e la presenza social si evince che delle onorevoli elette in questo nuovo Parlamento solo 14 sono totalmente assenti dai social, mentre più del 62% di loro è presente su almeno tre canali. Guardando ad una divisione per gruppo politico notiamo, tra gli elementi più evidenti, che Partito Democratico e Terzo Polo sono i partiti in cui le donne elette sono maggiormente presenti sui social. Tutte le onorevoli dem hanno un proprio canale su Facebook, tra le deputate tutte sono su Instagram e tra le senatrici il 93% ha un account Twitter. Caratteristica delle senatrici terzopoliste è la presenza su tutte le piattaforme, ad eccezione di TikTok (0%). Anche le deputate leghiste sono largamente presenti su Facebook (100%) e su Instagram (95%), mentre le senatrici del Carroccio non sembrano rivelare particolare affezione ai social network, soprattutto a YouTube (3%) e TikTok (0%). Abbastanza alti sono anche i numeri delle senatrici forziste, tutte presenti su Facebook e Twitter e, in larga misura (75%), anche su Instagram.

L’età anagrafica del nuovo Parlamento

Guardando all’età anagrafica dei nuovi parlamentari, possiamo dire senza dubbio che il partito in cui si registrano età anagrafiche più alte è Forza Italia, con una media di 53 anni di età alla Camera e 61 al Senato, mentre il partito più giovane alla Camera è il movimento 5 Stelle, con una media di 46 anni; al Senato sono la Lega (51 anni) e il Terzo Polo (49 anni). Quest’ultimo dato è significativo se si considera che Azione e Italia Viva hanno la più alta percentuale di onorevoli con precedenti esperienze di amministrazione locale. Questo significa che, nonostante siano dei partiti costituiti da giovani, l’esperienza non manca ai parlamentari selezionati da Renzi e Calenda. Stesso discorso si può fare per la Lega di Matteo Salvini, un gruppo costituito da giovani eletti ma con un alto grado di esperienza presso amministrazioni locali. Fratelli d’Italia e Partito Democratico, invece, si attestano rispettivamente al secondo e terzo posto tra i partiti con la percentuale di età degli eletti più alta. Sintomo, probabilmente, della struttura e della storicità dei partiti. Gli onorevoli più giovani, ossia quelli tra i 25 e i 39 anni, sono indubbiamente i più social: l’87% di loro ha infatti un proprio profilo su almeno tre differenti piattaforme e tutti hanno almeno un canale (i dati di assenza dai social rimangono comunque molto bassi anche nelle altre fasce di età con l’11% tra over 56 e il 4% tra i 40 e i 55). Se su Instagram, Facebook e TikTok la differenza con le altre fasce di età non è particolarmente rilevante, il vero distacco arriva su Twitter. La piattaforma dei cinguettii sembrerebbe la prediletta dai giovani eletti presenti per oltre l’83% con un distacco di 6 punti percentuali dalla Generazione X e di 14 dagli over 56. L’unico canale sul quale la fascia 40-55 ha il primato di presenze è YouTube.

I titoli di studio del nuovo Parlamento

Secondo i dati relativi ai titoli di studio dei nuovi parlamentari, si potrebbe dire che Giuseppe Conte si è decisamente impegnato per cambiare l’identità del partito, scegliendo molti candidati laureati. Il Movimento 5 Stelle, infatti, si attesta al secondo posto, con il 78% di laureati, dietro al PD, con una percentuale dell’83%. Nel centrodestra, invece, i partiti con la percentuale più alta di laureati (circa il 75%) sono Fratelli d’Italia e Forza Italia, seguiti dalla Lega con il 63%. Si attesta attorno al 71%, invece, il Terzo Polo.

Se queste sono le caratteristiche del nuovo Parlamento, come si riflettono nel mondo dei social network? Qual è l’impronta digitale dei nostri parlamentari? Ergo, quanto è social il nuovo Parlamento?

Con una percentuale inferiore al 6% di assenti dalle piattaforme (33 su 606), questo è indubbiamente il Parlamento italiano più social di sempre. Anche considerando i 52 anni di età media, confrontati con i 47 della XVIII legislatura che vantava un 84% di adesione social, il fatto che 573 onorevoli abbiamo almeno un canale è un dato oltremodo significativo. Da notare anche l’omogeneità delle due camere, entrambe con oltre il 94% di parlamentari sui social.

In termini di gruppi politici con la totalità di onorevoli presenti su almeno un social network dominano il Partito Democratico (108), Terzo Polo (30), Noi Moderati (9) e + Europa (2). Il partito con una minore presenza social, in proporzione al proprio numero di eletti, è il vincitore di queste elezioni 2022, Fratelli d’Italia con poco meno del 89% di parlamentari online. Più o meno omogenee, invece, le percentuali dei gruppi rimanenti: Forza Italia 97%, Lega 95%, Movimento 5 Stelle e Alleanza Sinistra Italiana e Verdi 94%.

Il dato su Fratelli d’Italia è interessante. Come il partito più votato dagli italiani (quasi il 26% alle urne) è anche quello con meno parlamentari presenti sui social? Le ragioni possono essere svariate, ma una è quella più plausibile: la comunicazione, non solo elettorale ma più in generale politica di tutto il partito, è da sempre incentrata sulla figura di Giorgia Meloni. Figura sempre nella top 3 dei leader più performanti sui social, con una fanbase complessiva di oltre 6 milioni di follower e un engagement di 13 milioni.

Facebook difende il primato di social prediletto dalla politica nostrana seguito, a significativa distanza, da Instagram e Twitter quasi in pareggio, mentre chiudono la classifica YouTube e, novità di questa legislatura, TikTok. Nonostante l’analisi prenda numericamente in considerazione 606 parlamentari, un discorso a parte si potrebbe fare per i senatori a vita. Infatti, al netto di Elena Cattaneo completamente assente dai social, gli altri hanno prediletto Twitter e Facebook come unici canali da presidiare. Il più seguito è Mario Monti, Presidente del Consiglio dei ministri nel biennio 2011-2013, che nel 2012 ha aperto un account sia su Twitter che su Facebook, collezionando complessivamente quasi 400 mila follower.

Tra tutti i canali, Instagram è quello sul quale sono stati recentemente aperti un numero maggiore di profili in vista della tornata elettorale, rispettivamente 34 al Senato e 28 alla Camera. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che Instagram è stato a lungo sottovalutato dalla politica e considerato un social per il puro intrattenimento, a differenza di Twitter da sempre bolla di un determinato pubblico, e Facebook vetrina adatta anche al micro-targeting e ancora oggi la migliore piattaforma, in termini di performance, sulla quale sponsorizzare contenuti politici. Se su Twitter i nuovi profili creati sono meno di una ventina (9 senatori e 7 deputati), Facebook rivela una polarizzazione piuttosto netta tra Senato e Camera: nel primo la maggior parte dei senatori (195 su 200) aveva già un proprio profilo, mentre nella seconda 33 onorevoli hanno aperto nuove pagine tra giugno e settembre. In particolare, solo il 27% dei neoeletti in Parlamento ha aperto nuovi profili social in vista della campagna elettorale.

Complessivamente dalla nostra analisi si evince come il centrodestra non spicchi particolarmente su nessuna piattaforma per presenza social. Infatti, eccetto Forza Italia su TikTok – grazie a Berlusconi – nessuno dei tre partiti maggiori della coalizione si trova mai nella classifica top 3 per numero di parlamentari. A difendere la posizione è invece il gruppo più ridotto, Noi Moderati, i cui rappresentanti eletti sono presenti quasi tutti su tutti i social network. Nonostante la scarsa presenza nel mondo social, il centro destra – oltre a portare a casa un primato storico che vede in Giorgia Meloni la prima premier donna nella storia della Repubblica – si difende, come detto, anche da un vecchio retaggio assestandosi sulle stesse percentuali di presenza femminile in Parlamento dei partiti di centrosinistra. A dominare i social in termini numerici sono invece Terzo Polo, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, dunque i gruppi all’opposizione. Questi dati, sicuramente non scontati e dalle differenti interpretazioni, confermano la teoria che ci troviamo spesso a ribadire: i social non bastano a sé stessi ma è indispensabile saperli usare veicolando i contenuti corretti ai pubblici ideali; dunque, ricoprono un ruolo chiave solo se usati all’interno di una chiara e pianificata strategia comunicativa.

* Si precisa che la raccolta dei dati social è terminata il 24 ottobre 2022, dunque eventuali variazioni – come nuove aperture, chiusure o privatizzazioni degli account – successive a questa data non sono presenti nella ricerca. Qualora gli onorevoli parlamentari della Repubblica volessero attenzionare alla redazione di MR & Associati l’apertura di un proprio nuovo canale social non esitino a contattarci.