Manca poco al nuovo Governo, quello dopo il Governo Draghi, personalità che, sul piano nazionale e internazionale, costituisce un benchmark di leadership occidentale.
Sarà anche il primo Governo con una donna premier, Giorgia Meloni, e il primo della storia repubblicana con in testa un partito dichiaratamente di destra, un partito giovane, ma con una storia che nasce da lontano.
Il 13 ottobre si insedia il nuovo Parlamento: la maggioranza composta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, appare numericamente solida in entrambe le Camere. A questo dato corrisponde una coesione programmatica tra tutte le voci della coalizione?
Il nuovo Governo e il Parlamento si troveranno infatti ad affrontare circostanze di particolare incertezza, sotto il profilo economico, sociale e geopolitico.
Il banco di prova della solidità di vedute su alcuni temi chiave tra i vari alleati di Governo non è secondario, ma strategico per garantire quella solidità richiesta a gran voce nei contesti nazionali ed europei.
Come si comporterà la leader e l’ormai prossima Presidente del Consiglio Giorgia Meloni?
FB Bubbles, la divisione di FB&Associati specializzata in analisi del dibattito pubblico e strategie di advocacy, prendendo in esame alcuni temi chiave dell’attualità politica – Scostamento di bilancio, Reddito di Cittadinanza, Sanzioni e invio di Armi e Rigassificatore di Piombino – ha provato a delineare i punti di convergenza e divergenza tra i vari partiti di maggioranza, analizzando le uscite e i posizionamenti social dei vari esponenti, mettendoli a confronto con le posizioni espresse nelle aule parlamentari dagli stessi negli ultimi tre mesi di attività.
Quello che emerge è un quadro non così coeso tra le varie forze.
Il tema che sui social vede posizionamenti molto lontani tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia è lo scostamento di bilancio. Il leader della Lega, Matteo Salvini lo ha reclamato più volte in chiave di sostegno necessario per imprese e famiglie, in totale opposizione alla contrarietà espressa e ribadita da Giorgia Meloni che prospetta un provvedimento ma senza ulteriore debito per lo Stato. Forza Italia, attraverso Berlusconi, quasi come mediatore ha parlato di un fondo finanziato dal sistema bancario, ma in Aula, l’On. Pella poche settimane prima aveva dichiarato in realtà di essere favorevole ad un nuovo scostamento.
Significativo anche lo scontro su una misura bandiera del Movimento 5 Stelle che impatta sulle casse dello stato per circa 9 miliardi ogni anno,il Reddito di Cittadinanza – strumento che ha giocato un ruolo non da poco nel consenso elettorale. Qui Forza Italia, da sempre critica sul provvedimento, ha proposto, in campagna elettorale, addirittura un raddoppio della quota. In controtendenza con molte posizioni di contrarietà e necessaria revisione assunte in Aula da esponenti del partito. Coerente la posizione di Fratelli d’Italia assunta sui social e in Aula, dove prospettano una revisione che indirizzi il sostegno verso chi non può lavorare e ai fragili. Coerente anche la Lega, ma diversa da quella della leader di maggioranza, che parla di misura da rivolgere prioritariamente agli inabili al lavoro e che introduca un meccanismo di revoca per i disoccupati che rifiutano anche una sola offerta di lavoro.
Sanzioni alla Russia e invio di armi restituiscono un quadro a macchia di leopardo e suscettibile di cambi di posizione. Da un lato sostegno, ribadito sui social e in Aula, da parte di tutta la maggioranza sull’invio di armi. Provvedimento su cui Fratelli d’Italia ha votato sempre a favore anche quando partito di opposizione al Governo Draghi. Sul fronte delle sanzioni, si registrano invece le maggiori frizioni. Tema quasi minimizzato in Aula dai protagonisti della coalizione, ha visto invece declinazioni molto lontane sui social e nelle dichiarazioni pubbliche. Salvini, dal forum di Cernobbio, ha parlato di dubbia efficacia delle sanzioni, mentre Giorgia Meloni ha sostenuto il regime sanzionatorio legandolo ad una necessaria collaborazione con l’Unione Europea su questo fronte. Posizione in linea con quanto sostenuto da Silvio Berlusconi che si dice in linea non solo con il Governo Italiano e con l’Unione Europea, ma anche con l’intero Occidente.
Ultimo, ma non per importanza, la realizzazione del Rigassificatore di Piombino. La Lega si è schierata apertamente e a più riprese verso il sì a questa infrastruttura, considerata necessaria. Con una posizione così netta, è la voce più chiara dell’attuale maggioranza. Forza Italia non ne ha fatto un tema di campagna, non si mostra in disaccordo, ma non lo cavalca. Il pallino viene quindi quasi lasciato in mano a Fratelli d’Italia, dove si evince una spaccatura interna con il sindaco FdI di Piombino, profondamente contrario al rigassificatore.
La competizione interna alle forze di maggioranza nel periodo elettorale ha sicuramente spostato sulla comunicazione social e media il dibattito sui temi più controversi. Un gioco delle parti, ma un gioco che, seppur velato da una generale cautela, non ci consente di affermare che ci troviamo davanti ad un governo con visione unite e compatte.
In questa competizione, lo stile di Giorgia Meloni è stato forse il più stabile, anche nel garantirle il risultato elettorale. Senza mai venir meno a chiarezza e coerenza, ha presentato posizioni ammorbidite sui temi più rilevanti e anche dopo la conclamata vittoria, ha mostrato un understatement istituzionale che sembra essere riconosciuto e apprezzato dall’opinione pubblica, tanto dal vedere la rete, negli ultimi 3 mesi, registrare oltre 3mila menzioni di Meloni come “Draghiana” e “la Più draghiana di tutti”. In un contesto dove il consenso è sempre più metro di valutazione del successo politico, riuscirà questo metodo a conquistare e a portare dalla sua anche gli alleati di Governo?